Cosa si fa nelle comunità

I Compiti di autogestione e l’Assemblea Settimanale

Specifico della vita comunitaria è la partecipazione degli affidati in cura alle attività di autogestione della quotidianità. Attività e compiti che possono essere svolti individualmente o in piccoli gruppi operativi.

Il lavoro di autogestione in Comunità comprende: la cura della stanza personale, la preparazione dei pasti, il rigoverno della cucina, la piccola manutenzione, la cura degli spazi esterni alla struttura e, se ci sono, dell’orto e degli animali.

Gli operatori di affidamento, i loro affidati e il direttore responsabile del programma si incontrano settimanalmente e discutono in una assemblea di programma gli argomenti liberamente posti all’ordine del giorno dagli operatori e dai loro affidati.

L’assemblea stabilisce le regole generali della convivenza in Comunità ed organizza il lavoro di autogestione della struttura affidando specifici compiti a ciascun partecipante che saranno graduati tenendo conto della situazione psicopatologica in corso.

Sono esclusi dalle attività di autogestione i compiti professionalmente complessi, e quelli particolarmente pesanti, che possono essere percepiti come sfruttamento lavorativo e degradanti. Questi compiti sono svolti da collaboratori professionali specificamente competenti.

Le Attività Terapeutiche

Tutta la vita comunitaria è orientata terapeuticamente. Ogni assistito ha tuttavia a disposizione sia spazi personali e di vita collettiva, sia momenti specifici per l’elaborazione dei propri vissuti: il gruppo terapeutico allargato ad orientamento psicoanalitico; la psicoterapia individuale (quando prevista dal progetto terapeutico); la psicoterapia del piccolo gruppo settimanale (gruppo di UOB); specifici setting di incontro con le famiglie; il gruppo di psicodramma psicoanalitico; nonché laboratori scrittura, Art therapy, teatro e altre attività espressive e creative terapeuticamente orientate, come scelte periodicamente dalle Assemblee dei programmi.

L’Assistenza psichiatrica e la somministrazione della terapia farmacologica

Premesso che la vocazione di tutte le strutture e i programmi terapeutici della REVERIE è fondamentalmente basata sulla integrazione di interventi psicoterapeutici, educativi, socio riabilitativi e farmacologici, l’assunzione di una eventuale terapia psicofarmacologica, oltre ad essere subordinata alla preventiva indicazione data dal medico psichiatra, è effettuata dall’affidato attraverso l’auto somministrazione: fatta sempre alla presenza dell’operatore in turno che si assicura che il farmaco sia assunto secondo il corretto dosaggio e la posologia prescritta dal consulente psichiatra

L’assistenza psichiatrica in comunità si articola su quattro momenti fondamentali:

– Il colloquio clinico di valutazione all’ingresso (svolto unitamente allo psicologo esperto in dinamiche familiari) che permette di fare una diagnosi psicopatologica e di conoscere il momento evolutivo della sindrome in atto

– Il controllo periodico della terapia farmacologica che viene prescritta e monitorata, mirando ad una sempre maggiore consapevolezza e collaborazione dell’affidato in cura, con il criterio “dei dosaggi minimi efficaci”.

– Il confronto e la compartecipazione con gli operatori di affidamento o di riferimento sulle necessità di modulazione degli interventi psichiatrici e psicofarmacologici

– La collaborazione con i sanitari dei Servizi di Salute Mentale invianti (specialmente nelle fasi di ingresso e di uscita) in quanto principali referenti dei loro pazienti ancorché inseriti nei nostri programmi e strutture comunitarie.

Il consulente psichiatra svolge all’interno dei programmi della REVERIE la funzione di Direttore Sanitario e di sorveglianza sugli aspetti igienico-sanitari di ciascuna struttura.

Gli scambi sociali e il soggiorno estivo

Affinché la vita relazione e sociale degli utenti non si esaurisca negli scambi interni alla vita in Comunità, vengono sistematicamente o liberamente stimolate occasioni di incontro con le realtà sociali più prossime agli interessi e ai bisogni degli affidati: week end (gite, cinema, teatro, concerti, mostre, escursioni etc); uscite giornaliere singole anche per provvedere alle spese personali, o in gruppo per provvedere agli acquisti per le comunità. Vengono inoltre promosse e organizzate attività sportive (piscina, palestra, equitazione); feste sociali; corsi di formazione e programmi di tirocinio lavorativo svolti all’esterno in collaborazione con la rete dei Servizi sociali e delle Agenzie di orientamento al lavoro presenti nel territorio.

 

Nei mesi di luglio e/o agosto, ogni anno, la REVERIE trasferisce tutti i suoi programmi e comunità in luoghi di soggiorno turistico (campeggi anche se alberghi, case per ferie) per permettere agli affidati di continuare le terapie in località di villeggiatura e contemporaneamente di effettuare le vacanze estive con l’aiuto e il sostegno dei loro operatori.

E’ inoltre previsto (e sono parte del progetto terapeutico concordato) che ogni affidato effettui periodici rientri in famiglia nelle occasioni di ricorrenze civili, religiose o familiari dalle quali si valuta importante che lui non si senta escluso.

La Supervisione dell’equipe e dei programmi

Anche gli operatori usufruiscono di regolari momenti di riflessione di gruppo intorno ai pazienti e alle vicende relazionali che con essi (o tra essi) vanno accadendo. Tali momenti di riflessione, comunque stimolati sia nelle assemblee degli operatori, sia nelle riunioni delle piccole equipe settimanali di UOB, trovano la loro più intensa e circolare espressività nel confronto periodico con un supervisore che sia in possesso di competenze psicoterapiche/ psicoanalitiche. Il supervisore deve essere rigorosamente esterno all’Istituzione.

Verifiche dei progetti terapeutici individuali e processi di uscita.

Il progetto terapeutico di ciascun utente, affidato in cura ai servizi e ai programmi della REVERIE, è monitorato settimanalmente nei piccoli gruppi di UOB (partecipati da operatori e affidati e coordinato da un tutor esterno alla UOB) nei quali confluiscono e vengono elaborati i vissuti degli affidati e le osservazioni riportate dagli operatori, circa gli avvenimenti significativi della settimana. Quasi tutti gli assistiti effettuano rientri in famiglia in occasione di week-end e festività. Questi rientri permettono di valutare la qualità della relazione tra l’affidato e i suoi familiari e il suo mutare durante il percorso di cura. Tali rientri sono utili inoltre per mantenere il contatto con il territorio di provenienza e con le relazioni instaurate prima dell’ingresso in Comunità.

Sono inoltre previsti incontri periodici con i familiari e con l’equipe dei Servizi invianti al fine di osservare l’andamento del processo terapeutico secondo il programma concordato

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